Sono molte le figure professionali che gravitano all’interno di una casa editrice e che collaborano alla realizzazione di progetti e alla creazione dell’oggetto-libro a partire dal testo. Il lavoro del grafico editoriale è indispensabile all’interno di questa dinamica: le immagini, infatti, sono essenziali nel saper veicolare particolari significati e devono operare in sinergia con parole e testi. Ma qual è precisamente il ruolo del grafico editoriale? Cosa deve sapere e quali sono le sue mansioni?
Quando si parla di grafica, spesso si tende a fare confusione tra il lavoro del grafico pubblicitario e quello del grafico editoriale: è bene sottolineare che si tratta di due attività differenti, sebbene sia necessaria, per entrambe, una profonda conoscenza di nozioni teoriche – derivanti dallo studio della semiotica visuale, dall’analisi della percezione del colore e dall’apprendimento della psicologia della Gestalt – e di abilità pratiche quali la capacità di utilizzare determinate tecniche, di strutturare layout efficaci e di padroneggiare specifici programmi di grafica.
Ovviamente, per questo tipo di lavoro lo studio e la pratica devono essere integrate con un aspetto che non può mancare, la creatività, che può manifestarsi in tutti questi aspetti:
Il lavoro del grafico editoriale si sviluppa in connessione con quello di tante altre figure che animano una casa editrice. Per svolgere le sue mansioni il grafico deve partire da una conoscenza solida della storia dell’editoria. È, infatti, indispensabile capire il modo in cui le case editrici hanno sviluppato nel tempo le loro idee e i loro progetti e il modo in cui l’approccio grafico è cambiato nel corso degli anni.
Partendo da questo presupposto, il grafico entra in comunicazione con redattori, copywriter e collaboratori per far sì che le immagini si associno perfettamente al testo e al tipo di comunicazione desiderata. Nell’ambito di una casa editrice, questa figura professionale si occupa di diversi tipi di grafiche; come prima attività si pensa subito alla scelta e alla progettazione di immagini per un libro e in particolare per la sua copertina, ma il grafico editoriale gestisce anche il visual di:
Va aggiunto che il grafico editoriale deve possedere ottime capacità di impaginazione dei testi: la grafica editoriale è il processo di creazione di un layout accattivante, ma soprattutto funzionale, chiaro, unico e allo stesso tempo leggibile.
Ha un grande impatto sul modo in cui le informazioni scritte vengono lette e interpretate dai lettori.
Lavorare alla grafica editoriale significa progettare l’esperienza editoriale e offrire ai lettori un prodotto di alta qualità e questo richiede investimenti a lungo termine per l’editore e strategia, talento, tecnologia e sperimentazione per il grafico editoriale.
Ogni pubblicazione ha particolari esigenze di comunicazione e è rivolta a un determinato pubblico: diventa quindi fondamentale studiare il mercato e definire lo stile della pubblicazione.
Non sono da tralasciare le abilità comunicative e la propensione al lavoro in gruppo, in quanto il grafico deve lavorare a stretto contatto con molte persone e avere una buona gestione del tempo.
Il grafico editoriale, comunque, deve padroneggiare in maniera particolare alcuni tipi di programmi che gli permetteranno di svolgere al meglio il suo lavoro, garantendogli fluidità e rispetto dei tempi di consegna: fattori fondamentali da non sottovalutare.
Questi programmi, nello specifico, sono:
Saper utilizzare al meglio questi strumenti è fondamentale: ottenere una certa dimestichezza nella gestione di tutte le loro funzioni garantisce maggiori opportunità di mettere a frutto le proprie idee e le proprie intuizioni. È necessario ribadire che, in ogni caso, la creatività ma anche la curiosità sono aspetti essenziali dai quali partire, perché solo su queste fondamenta si potrà costruire la voglia di sperimentare e di imparare sempre dai propri errori. Speriamo di avervi dato un’infarinatura generale sul lavoro del grafico editoriale e di aver risposto alle vostre curiosità.
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