Fondata nel 1825 come "ditta delle belle arti", Gaspare Poggi, forse spinto dal fatto che alcuni della sua famiglia dipingevano, avviò la sua bottega a due passi dal Pantheon e dal Collegio Romano e scelse di stare al servizio di piccoli e grandi maestri, affrescatori di chiese, ritrattisti, autori grandi e piccoli dell'antichissimo mestiere di pittore. Nel negozio di via del Gesù sono passati i nomi più celebri della pittura italiana e internazionale da Morandi, De Chirico, Guttuso, Balthus fino a d'Orazio e Schifano e agli artisti della trans-avanguardia: Chia, Clemente, Cucchi e Paladino. Ma la familiarità con artisti famosi non è esibita da Poggi, non ci sono quadri o schizzi d'autore alle pareti, né fotografie con dedica, ci sono i ricordi e con loro i racconti, colorati, ricchi e bizzarri nella loro memoria, come quando per un cliente particolarmente esigente fece venire dall'Africa delle cocciniglie, minuscoli insetti che, triturati, danno la migliore qualità di rosso carminio e di lapislazzuli. E si narra delle mestiche particolari di de Chirico, delle latte di colore di Guttuso, di una rara qualità di essenze di lavanda che la "Ditta G. Poggi" teneva pronta per Dalì e la moglie, usata per diluire il colore.